Picasso a Roma
Tips for Spiritual Soul
Si è appena conclusa alle scuderie del Quirinale la mostra dedicata a Picasso.
Tra Cubismo e Classicismo, la mostra ha voluto rievocare il viaggio a Roma e Napoli che l’artista fece nel 1917, e durante il quale si innamorò di Ol’ga, sua prima moglie – ballerina ucraina di cui era pazzo.
Ol’ga
Ol’ga malinconica e bellissima.
Sua musa e oggetto del desiderio.
Almeno sino a quando non si invaghì della diciassettenne Marie-Thérese Walter.
Ma questa è un’altra storia.
La mostra
Il metodo pastiche, che Picasso utilizzò come strumento al servizio del Modernismo, ci conduce in un percorso dal realismo all’astrazione – a dir poco originale.
Gli esperimenti fatti da Picasso con diversi stili e generi ci danno una visione completa, e a tratti discontinua: un iter dalle mille sfaccettature.
Collage, nature morte, ritratti accanto ad opere di matrice cubista che tentano di rappresentare l’invisibile con potenti pennellate.
Tutto e il contrario di tutto
Un’artista poliedrico, emblema di quello snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca e l’arte contemporanea.
L’arte di Picasso
Picasso, andando oltre la visione tridimensionale, realizza sul piano la quarta dimensione (le forme divengono simboli spazio-temporali)
Sia che ci troviamo davanti ad una rappresentazione oggettiva, che ad una scomposizione cubista, Picasso riesce a conferire un significato oggettivo a composizioni di elementi puramente pittorici – cubismo sintetico.
La rottura con l’estetica classica, il concetto di bellezza e nuovi modi di osservare la natura.
Tutto questo – e molto altro – è Picasso.
Ci piace perché andando oltre la visione tridimensionale, realizza sul piano la quarta dimensione – facendo così diventare le forme veri e propri simboli spazio-temporali.
Nei suoi quadri la deformazione diventa apostrofe morale – simbolo delle deformazioni interiori dell’uomo moderno.
Una metafora colorata per indicare l’imperfezione umana.
Fatta di difetti e sbagli.
Ma proprio per questo umana, e infinitamente meravigliosa da rappresentare.
Una pittura mentale, che ci mette nella condizione di indagare, capire, cercare di interpretare l’opera sino in fondo.
Noi spettatori non siamo più semplici spettatori, ma parte attiva e integrante dell’opera.
Le sue sono rappresentazioni perfette del movimento – e quindi del tempo.
Rovesciate le assi spazio temporali siamo liberi di cercare la realtà, fuori e dentro di noi.