Piante, animali, uomini e quarantene

Francesca Baggio Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, si occupa di…
Ecco alcune riflessioni emerse leggendo e ascoltando alcuni interventi di Stefano Mancuso, professore di Neurobiologia all’Università di Firenze.
Il professor Mancuso è un grande appassionato ed esperto di piante e della loro intelligenza. Sì, intelligenza!
Noi siamo abituati a pensare che le piante siano organismi viventi quasi di serie B, ma non sappiamo invece che esse sentono, si muovono, comunicano, sono dotate di intelligenza. Insomma sono sottostimate!
Ad esempio le radici delle piante sono capaci di sentire, identificare e differenziare molti tipi di sostanze chimiche presenti nel terreno. Molte parti delle piante si muovono sia per crescere che per cercare la luce del sole e un esempio lampante sono le piante carnivore, che con movimenti evidenti e molto rapidi catturano il loro pasto.
Le piante hanno delle attività che gli studiosi leggono come gioco, le piante dormono (foglie più ferme e chiuse), capiscono che le radici devono crescere verso la forza di gravità e i fusti contro di essa, sono cooperative e si aiutano tra loro e soprattutto supportano quelle più in difficoltà.
Le piante comunicano tra loro, sia con vegetali della stessa specie che di altre specie e con gli animali, sia via terra (radici) che via aria (sostanze chimiche). Ma come è possibile tutto questo senza un cervello? Il primo a parlare di movimento e intelligenza delle piante è stato addirittura Charles Darwin, che nel 1880 ha scritto il libro “Il potere del movimento nelle piante” dove troviamo queste parole: la punta delle radici agisce come il cervello di un animale dei più semplici (vedi vermi e lombrichi)! La rappresentazione grafica delle radici di molte piante – milioni e milioni, che raggiungono chilometri, che dal centro si orientano verso l’esterno, collegate tra loro e che lavorano in network – è davvero molto simile alla rappresentazione della rete di Internet, lavorano nello stesso modo!
Anche Leonardo, 500 anni fa, aveva capito che le piante fanno rete, ma anche che tutte le specie viventi fanno rete e che la sopravvivenza di una specie è connessa e dipende dalla sopravvivenza delle altre.
Questo vale anche per noi esseri umani: se non ci aiutiamo tra noi e se non aiutiamo e rispettiamo l’ecosistema di cui facciamo parte non potremo sopravvivere!
Cosa può insegnarci tutto ciò, soprattutto in questi tempi? Il professor Mancuso dice che innanzitutto e soprattutto dobbiamo capire che è fondamentale il rispetto e la cura della nostra casa-cosmo e di tutti i suoi abitanti se vogliamo che l’uomo continui a vivere. Ma guardando in particolare a questi tempi, ci dice Mancuso, possiamo vedere che la quarantena ci sta facendo vivere come se fossimo delle piante, limitando i nostri macro movimenti, gli incontri, il toccarsi e aumentando il nostro stare a casa, con chi abita con noi.
E, come le piante, molte persone in questi mesi hanno curato di più le loro case, hanno pulito, fatto lavori di ristrutturazione, goduto del giardino o delle terrazze.
Abbiamo cucinato spesso meglio e sprecato meno cibo.
Abbiamo cercato cooperazione e abbiamo cercato di aiutarci.
Abbiamo usato molto di più gli strumenti di comunicazione, vedi i social. La rete è uno strumento formidabile per restare connessi pur senza muoversi, anche da distanze considerevoli: possiamo comunicare sempre e ovunque, possiamo informarci all’infinito, abbiamo tempo e spazio a portata di mano…
Ma noi siamo animali sociali, abbiamo bisogno di altri animali sociali per stare bene, abbiamo bisogno di muoverci, di vedere gli altri, toccarli, ascoltarli, guardarli, interagire.
Per essere felici noi uomini abbiamo bisogno di stare con gli altri, perché non siamo piante: noi nasciamo da un incontro di due persone, cresciamo dentro ad un altro essere umano, i primi mesi/anni di vita dipendiamo interamente da altri che si prendano cura di noi.
Anche il nostro corpo, voce, cervello non si sviluppano appieno se siamo da soli, hanno necessità di relazioni per crescere al meglio! Sì, perché se indubbiamente siamo biologia, altrettanto indubbiamente abbiamo bisogno di relazioni perché la nostra biologia possa fare bene il suo lavoro, possa maturare e funzionare nel modo migliore!!!
Insomma, non possiamo nascere né vivere bene da soli!
Teniamone conto e cerchiamo di curare con attenzione, pazienza, rispetto i nostri legami:
- ci capita di darli per scontati?
- ci attendiamo più di ricevere che di dare?
- teniamo conto delle critiche e delle richieste che ci fanno le persone e cerchiamo di migliorarci?
- come generalmente abbiamo obiettivi al lavoro, nello sport ecc., abbiamo scopi e traguardi nelle/per le nostre relazioni?
- chi sono le persone davvero importanti per noi, dato anche questi tempi di restrizioni di incontri e contatti, e come dimostriamo ed esprimiamo loro il valore che hanno per noi?
- quali parole e azioni, e con chi, vorremmo avere maggiormente e possiamo impegnarci a potenziare?
Buone relazioni 😉 !
Francesca Baggio
Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale, si occupa di promozione della salute, di benessere, prevenzione e trattamento.