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Come sfruttare la Chetosi “fisiologica” per avere performance migliori

Come sfruttare la Chetosi “fisiologica” per avere performance migliori

Quando si sente parlare di Chetosi spesso e volentieri la si associa ad un qualcosa di controproducente e pericoloso per la salute, da evitare e da cui starne ben lontani. Ecco perché viene utilizzata quasi esclusivamente nei casi in cui i kg da smaltire sono tanti e laddove altri regimi alimentari hanno fallito. Proposta solo come ultima spiaggia, e solo per determinati scopi. Che spreco! Eh già, perché di per sé la chetosi fisiologica può rivelarsi davvero funzionale a benessere e salute. Associarla quindi alla perdita di peso è davvero riduttivo, perché in realtà è una vera e propria strategia nutrizionale. E quando la chetosi è “fisiologica” non presenta nessun pericolo per il nostro organismo e la nostra salute, anzi. Semplicemente, è un adattamento metabolico – che si verifica nel caso di un digiuno oltre le 12 ore o con una dieta “low carb”.

Chetosi ed epilessia

Lo sapevi che negli anni ’20 il regime alimentare chetogenico veniva utilizzato – e con grandissimo successo – per curare i bambini affetti da epilessia? Ebbene sì. Pionieri della neurologia come Hugh W. Conklin, H. Rawle Geyelin e Michael G.Peterman hanno utilizzato con risultati sorprendenti gli effetti del digiuno modificato proprio per  la gestione degli stati convulsivi. E poi che è successo? Con l’entrata sul mercato del primo farmaco anti-epilettico di sintesi, anche i medici – non tutti per fortuna! – hanno abbandonato la via più “naturale” a favore di una terapia più semplice da gestire – quella con la difenil-idantoina appunto. Ad ogni modo questa “strategia terapeutica” è stata citata in tutti i trattati di Neurologia pubblicati dal 1941 in poi.

Cosa sono i chetoni

I chetoni sono normalmente presenti nel sangue in quantità minima e aumentano quando non introduciamo abbastanza glucosio – zucchero e carboidrati. Costituiscono quindi un combustibile alternativo al glucosio – peraltro molto valido. I mitocondri producono corpi chetonici anche – sembrerebbe – grazie a batteri specifici del nostro intestino. Come misurarli? In commercio si trovano degli stick molto pratici per effettuare il test delle urine a casa: validi per monitorare l’entrata in chetosi, e per modellare su di sé – ognuno è diverso e unico! – un regime alimentare strategico e performante. Chiaramente seguiti da un terapeuta esperto! L’ideale è riuscire a raggiungere quella fase in cui il corpo è in grado di entrare ed uscire dallo stato di chetosi con molta flessibilità più volte nell’arco della giornata. Recuperare insomma quella capacità di adattamento tipica dei bambini – avete presente la “fiatella” con cui spesso e volentieri si svegliano? Ecco, proprio quella indica uno stato di chetosi! – che perdiamo crescendo a causa di un introito elevato di zuccheri e carboidrati raffinati. A causa quindi di abitudini alimentari errate e poco equilibrate.

Come funziona la chetosi

I chetoni circolanti servono a rimpiazzare il glucosio indispensabile per far funzionare correttamente il cervello. Ed è proprio quando un regime è carente di carboidrati e proteine, che aumenta la produzione di corpi chetonici. Mentre, qualora andiamo ad aumentare la quota di proteine, una parte di amminoacidi può essere convertita in glucosio – e viene così ridotta la produzione di corpi chetonici. Un cervello adulto consuma tra i 100 e i 150 grammi di chetoni al giorno: ecco perché i chetoni sono così importanti come combustibile di riserva del nostro cervello! Quindi uno stile alimentare basato su pochi zuccheri e carboidrati – privilegiando quelli da verdure! – e ricco in grassi buoni, si rivela il miglio metodo per attivare un leggero stato di chetosi. Chiaramente il corpo va “preparato”: l’improvvisazione non funziona in questo caso. Anzi, potrebbe creare solo danni e sortire effetti indesiderati! Serve un protocollo ben preciso che aiuti il corpo a detossinarsi in primis dal carb craving: un corpo in grado di poter ricevere al meglio i messaggi che con il cibo vogliamo comunicargli. Bisogna quindi “preparare il terreno” e renderlo fertile, affinché dia i suoi frutti. Il protocollo che ci aiuta a creare un vero e proprio stile di vita – migliore e sicuramente più performante – può variare da un mese a mezzo a oltre. È tutto molto soggettivo: serve sicuramente molta convinzione, determinazione e consapevolezza. Perché con una leggera chetosi “fisiologica” riusciamo ad ottenere uno stile di vita più performante? La risposta – o le risposte – è molto semplice. I chetoni hanno la capacità di bypassare l’insulino resistenza. E quando il nostro corpo riesce a produrre corpi chetonici – il carburante migliore in assoluto per i mitocondri – lo mettiamo nella condizione di lavorare meglio. I chetoni raddoppiano le capacità antiossidanti della cellula e diminuiscono drasticamente i ROS – specie reattive all’ossigeno. Modulano inoltre i meccanismi di morte e invecchiamento cellulare. Con un regime chetogenico si va a:
  • abbassare i livelli di insulina
  • incrementare la produzione di antiossidanti
  • avere effetti incredibili su longevità e salute – esattamente come restrizione calorica e digiuno intermittente
  • ridurre il livello di obesità
  • migliorare la tolleranza glicemica
  • aumentare e migliorare significativamente le funzioni cognitive
  • controllare la trascrizione genetica
Chi non vorrebbe poter vivere al meglio delle proprie capacità e potenzialità? Tutti, a parole, anche se i fatti dimostrano il contrario. Spesso e volentieri non ci riesce facile modificare il nostro stile di vita. E non ci rendiamo conto di cosa stiamo perdendo. In tutti i sensi. Quindi? Più consapevolezza, in primis! Consapevolezza in sé stessi e negli strumenti che abbiamo a disposizione. Li abbiamo: ritroviamo la curiosità di informarci e puntare al meglio, sempre e comunque;) Con la supervisione del Dott.Alberto Fiorentin. ***Questo articolo fa parte di una serie di articoli scritti durante i miei studi personali all’interno del percorso di formazione per diventare Life Coach, con specializzazione in Alimentazione e Salute.*** Con passione ed entusiasmo, Monica
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