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Viaggiare da sola, alla scoperta del Marocco in bici

Viaggiare da sola, alla scoperta del Marocco in bici

Pensieri sparsi dopo i primi giorni di un Marocco in bici che non fa più paura.

Per strada è un’avventura. Non sai chi incontrerai e cosa troverai, quali straordinari colori e che frutti, se sguardi straniti o semplicemente curiosi, scandalizzati o sorpresi. 

La diversa qui sono io e sono loro, qui, che devono essere aperti di mente con me: li sto in qualche modo sfidando a farmi sentire la benvenuta. Interessante capovolgimento di prospettiva

Incrocio lo sguardo di donne bellissime con il velo colorato chine sui campi; con loro mi lascio andare in ampi sorrisi

Incrocio bambini in bicicletta che mi inseguono per un pezzo, per sfida o per gioco.
Qualcuno mi lancia dei sassi e mi costringe ad andare a passo d’uomo, ma sono bambini e non c’è da aver paura. E c’è il maestro del villaggio che pensa a loro.

Incontro uomini di tutte le età in strade in mezzo al nulla sterrate dissestate che vanno a piedi chissà dove, oppure sui muli e coi cavalli carichi di carretti e di cose, o ancora seduti o che sbucano da un albero. Non sono mai sola.

Una donna mi ferma per strada e mi chiede di pranzare con lei e i suoi figli.
Comunichiamo a gesti, non c’è lingua comune ma solo sguardi e carezze, bontà che traspare dalla sua mano che mette sul cuore – come a volermi rassicurare che sì, mi posso fidare.

C’è una bellezza quasi commovente, a tratti aspra e dura, nei volti delle persone e nei paesaggi delle vie secondarie che percorro. 

A un tratto compare un mercato a cielo aperto. Il delirio. Donne uomini artigiani frutta oggetti asini cavalli carretti camioncini riversati in strada.
Provo a lasciarmi andare a un po’ di coraggio e mi siedo al tavolo di un bar, in strada, in mezzo ad orde di uomini che ovviamente mi guardano. Devo essere una ben strana visione per loro.

Da sola è tutto amplificato: occhi e orecchie sempre aperti, io recettiva rispetto a tutto ciò che è attorno a me, rispetto alla mia bici che deve correre bene e rispetto al mio stomaco, che ha perso ogni orario.
È bello essere immersa totalmente nel mondo, e non nei propri, piccoli pensieri. 

Un uomo per strada in francese mi urla Buon Viaggio. Che in mezzo al mondo è l’augurio migliore.

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