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Pollo, uova e antibiotici: come scegliere in sicurezza

Pollo, uova e antibiotici: come scegliere in sicurezza

Allevare polli senza l’uso – e abuso – di antibiotici si può: lo dimostra l’interesse crescente delle aziende del settore.
Essendo la carne di pollo la più diffusa al mondo, è lecito chiedersi se davvero sia così sicura come vogliono farci credere. E nel caso, sapere quali accortezze dobbiamo adottare per scegliere correttamente. E rimanere in salute.

Perché si utilizzano antibiotici?

A differenza di Canada e Stati Uniti, nel nostro Paese non è consentita la somministrazione di ormoni della crescita.
E per fortuna!
Diverso è però il discorso degli antibiotici e dei farmaci in generale: è consentito, ma limitato a solo scopo curativo.
Nonostante questo l’Italia è il terzo Paese dell’UE per utilizzo di antibiotici negli allevamenti. E quindi, come la mettiamo? Perché l’utilizzo degli antibiotici negli allevamenti è così massiccio?
Ma soprattutto, è davvero necessario e non ci sono alternative?

Innanzitutto vediamo quali sono i motivi che portano all’uso di antibiotici negli allevamenti intensivi.
Questi farmaci permettono di stipare un gran numero di animali in spazi piccolissimi evitando le malattie da contagio, spesso dovute alle condizioni di vita estreme a cui gli animali sono costretti. 
Per massimizzare la produzione i polli diventano veri e propri “macchinari” al servizio dell’industria.

E uno dei rischi maggiori per l’uomo è l’antibiotico resistenza: consumando frequentemente carne trattata con dei farmaci, infatti, il nostro organismo tende ad abituarsi ad essi. Chiaro che nel momento dell’effettivo bisogno diventano inefficaci per curare le infezioni.

C’è da aggiungere poi che i polli rinchiusi negli allevamenti intensivi vivono una vita davvero brevissima: 50 giorni rispetto ai loro 8 anni di vita in media. E qui il risvolto etico è sotto gli occhi di tutti. Non a caso i vegani si sono triplicati nell’ultimo anno.

Ma siccome diventare vegani non è esattamente la strada migliore – a mio avviso, che seguo un regime Paleo dimostratosi utilissimo per alleviare parecchie patologie – abbiamo chiesto a Erika Rodeghiero, titolare di un’azienda agricola sull’Altopiano, quale potrebbe essere la soluzione conciliante che mette d’accordo tutti.

Cosa dobbiamo saper prima di acquistare il pollo?

Come per gli altre carni, innanzitutto dobbiamo cercare di andare da un produttore che alleva polli all’aperto.
Noi ad esempio abbiamo un allevamento intensivo e uno all’aperto. Allevare polli all’aperto ti garantisce la salute dell’animale, a discapito di una crescita più lenta – occorrono infatti circa 5 mesi, ma ne vale la pena a livello di gusto e qualità. Perché? Perché il pollo all’aperto mangia naturalmente e ha altre attività, corre, mangia il vermetto, il sassolino. La carne ha un sapore diverso, sembra più dura ma in realtà è il muscolo dell’animale che si è sviluppato maggiormente correndo libero. Vige sempre la regola di prendere polli Made in Italy perché qui ci sono più controlli.
Gli antibiotici vengono dati solo se necessario – anche perché sono un costo.
Talvolta sono indispensabili perché non è auspicabile mangiare un animale malato: vanno curati. 
Si chiama un tecnico, e se l’animale è malato prescrive l’antibiotico, ma c’è sempre il periodo di sospensione prima del macello.


Come somministrano i farmaci negli allevamenti intensivi?

Previa ricetta del veterinario ovviamente, e vengono somministrati sciolti nell’acqua.

Cosa mangiano i polli?

Mangime, e anche qui ci sono diverse provenienze. Ognuno è libero di scegliere, ma dovrebbe valere la regola della qualità anche per quello che va nutrire l’animale. Perché poi indirettamente finisce tutto nel nostro corpo, e la salute ci rimette.
Cerchiamo quindi di selezionare meglio quello che mangiamo, verificandone la provenienza.

Come vivono i polli negli allevamenti?

Ogni pollo deve avere per legge un minimo di spazio. Questo per salvaguardare il benessere dell’animale: all’aperto ne puoi tenere molti meno. Noi ad esempio facciamo 40 polli alla volta: i polli allevati all’aperto hanno orari diversi e la notte rientrano nei loro ricoveri all’imbrunire – esattamente come le galline.

Parlando di uova: come sceglierle?



Anche qui abbiamo diversi allevamenti: esistono le uova biologiche, a terra, da gallina in gabbia – queste ultime non riportano nessuna dicitura.
A terra significa che le galline vengono allevate all’interno di capannoni, e ogni gallina ha il nido.
Quelle definite Biologiche vengono da galline che devono avere anche uno spazio ampio all’esterno. In base alle galline che hai devi avere un tot di spazio all’esterno e devono essere libere di entrare e uscire. La cura dell’animale stesso è biologica e il cibo idem.

Il biologico

l biologico qui in Italia viene pagato poco ai produttori ma costa molto di più. Non viene riconosciuto, e questo è un danno perché non tutti gli agricoltori sono disposti a farsi carico di grandi investimenti per fare biologico.
L’allevatore ha più spese e meno resa ma non ha la giusta icompemsa.
Chi lo fa – come noi – lo fa per filosofia: perché ci crede, ma non per una rendita. Questo ovviamente è un ostacolo che non ci permette di avere più qualità per tutti sulle nostre tavole.
E invece dovrebbe essere il contrario, il biologico dovrebbe essere pagato di più ai produttori. Ne gioverebbe l’interesse collettivo, e la salute di tutti, indistintamente.

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