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Emergenza plastica negli oceani: cosa fare in concreto

Emergenza plastica negli oceani: cosa fare in concreto

La vera emergenza ora come ora è limitare l’uso della plastica e ripulire gli oceani
A partire dagli anni cinquanta sono stati prodotti oltre 8 miliardi di tonnellate di plastica, e da allora le grandi aziende continuano a fare profitti portando sul mercato prodotti di plastica monouso, senza dare a noi consumatori una valida alternativa.

Basti pensare che ogni minuto, nel mondo, vengono vendute oltre 1 milione di bottiglie di plastica.

Conclusione?
Siamo invasi dalla plastica, non sappiamo più dove metterla!

E ogni anno negli oceani vengono riversati ben 8 milioni di rifiuti plastici. Forse non ci rendiamo conto del grave – e irreversibile – danno che stiamo provocando al nostro pianeta. 
Siamo ad un punto di non ritorno, dove l’unica salvezza è educare i nostri figli al rispetto e all’Amore per questo pianeta, che parte da un riciclo responsabile.
Questa l’unica ancora a cui aggrapparsi, anche se forse è troppo tardi.

Responsabilità

Tutta la plastica che finisce negli oceani infatti provoca la morte di tartarughe, uccelli, pesci, balene e delfini: il mare non è una discarica!
Sono ben 700 le specie animali vittime dell’inquinamento da plastica. Scambiata per cibo infatti, ne provoca la morte per indigestione o soffocamento.

Ma il danno non si ferma qui: infatti la plastica, una volta ingerita da pesci e crostacei, entra di prepotenza nella catena alimentare e arriva fino sulle nostre tavole.

È opportuno intervenire alla fonte e iniziare quindi già da subito ad assumerci le nostre responsabilità da cittadini del mondo.
E le aziende? Anche loro devono assumersi le loro responsabilità e prendere le distanza – ad esempio – dalla plastica monouso.

 

Basta entrare in un supermercato o in un negozio per rendersi conto di quanta plastica inutile viene utilizzata per confezionare alimenti, bevande, prodotti per l’igiene domestica e personale.
Ne abbiamo davvero bisogno?

Da sole, le aziende di beverage in tutto il mondo producono ogni anno oltre 500 milioni di bottiglie di plastica usa-e-getta.

Con tutta la plastica presente ad oggi negli oceani potremmo fare 400 volte il giro della Terra, e la produzione non accenna a diminuire.
Ecco perché è fondamentale iniziare – nel nostro piccolo – a fare qualcosa.

Cosa fare in concreto 

Ci sono piccoli gesti quotidiani che possono fare la differenza. Se adottati quotidianamente possono contribuire ad inquinare meno i nostri mari, e garantire un mondo migliore ai nostri figli e nipoti.

  • Fare una corretta raccolta differenziata è un dovere di ogni cittadino, ma è ormai chiaro che il riciclo da solo non basta più. La colpa non può essere scaricata solo sui consumatori, quando le aziende ne vendono sempre di più: la produzione attuale raddoppierà i volumi entro il 2015 per quadruplicarli entro il 2050! Dobbiamo cercare di invertire questa rotta prima che sia troppo tardi. E come? Cercando di non alimentarne la richiesta, e prediligere bottiglie d’acqua di vetro, Coca Cola alla spina e via dicendo.
  • Evitare di acquistare al supermercato confezioni di plastica, ad esempio nel reparto frutta e verdura. Lo so, è molto più comodo e veloce rifornirsi direttamente dal banco frutta e verdura e avere già la confezione pronta, ma pensiamo a quanto inutile e dannoso è alla fine. 
  • Non acquistare bicchieri, piatti, posate e simili di plastica. Meglio prendersi la briga di lavare personalmente le stoviglie – o con l’ausilio della lavastoviglie. 
  • Sostenere chi si sta dando da fare per rendere questo mondo migliore, e ripulire gli oceani. Un esempio?
    4Ocean vende braccialetti del tutto green: lo spaghetto e le perle provengono da bottiglie di plastica e vetro riciclati.
    Per ogni bracciale venduto 4Ocean rimuove il corrispettivo di un chilo di immondizia. Il costo che si aggira attorno ai 20 dollari. Un regalo davvero particolare e alternativo: 100% riciclato e solidale, unisex, completo di un foglio che spiega perché 4Ocean ha iniziato la campagna di pulizia degli oceani. Cosa state aspettando quindi? Non abbiamo davvero più scuse!
Certo, sembra impossibile, ma se ognuno di noi fa qualcosa, alla fine riusciremo ad iniziare un cammino di cambiamento, per dare alle generazioni a venire un futuro. Perché così facendo rischiamo davvero l’estinzione come genere umano, soffocati dai nostri stessi rifiuti.
Think! 
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