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Guida per uno shopping consapevole

Guida per uno shopping consapevole

Oggi come oggi siamo attenti a quello che mangiamo ma non a quello che indossiamo. Siamo diventati consumatori inconsapevoli, alimentando un business che fa male, e che nessuno ferma. Un cinismo consapevole e quindi più colpevole.

La consapevolezza nasce dalla cultura

Rita Dalla Rosa descrive molto bene le conseguenze drammatiche per la salute derivate dai coloranti presenti nella maggior parte dei vestiti. Perchè marchio o non marchio, è la qualità scadente dei coloranti a determinare dermatiti da contatto e allergie varie. La presenza di metalli pesanti, solventi, sostanze tossiche e nocive è altissima. E attraverso la sudorazione penetrano molto più facilmente.

Shopping consapevole

  • La prima regola è lavare sempre i capi una volta acquistati prima di indossarli.
  • Come seconda regola: impariamo a leggere le etichette! O perlomeno iniziamo a capire la provenienza dei capi/accessori che indossiamo, e poniamoci qualche domanda. Perché un capo costa così poco?
  • Scegliere possibilmente Made in Italy e assicurarsi che i capi siano realizzati realmente in Italia o in Europa.

L’industria della moda è la seconda più inquinante al mondo, le leggi sono poche e frammentate: è la guerra dei grandi numeri! Veloce, costa poco, ed è alla portata di tutti.

Rieducare il consumatore

Bisogna educare il consumatore finale ad apprezzare di più l’artigianalità made in Italy, favorendo così tracciabilità e trasparenza. Abbiamo talento e gusto da vendere, tanto da essere punto di riferimento per il mondo: non perdiamoci nella folle corsa all’acquisto e nell’illusione di essere ricchi solo perché possiamo permetterci un’infinità di capi spendendo poco. Iniziamo a cambiare la percezione delle cose materiali, a dare il giusto valore anche al lavoro dell’uomo.

Dovere etico e morale

Purtroppo ci sono tante persone, soprattutto donne e bambini, che lavorano in condizioni precarie in tutto il mondo: questo è il risultato del consumismo di massa e dell’assenza di regole che seguano normative ben precise.

Perché la moda deve tutelare il consumatore, l’ambiente, ma anche essere eticamente rispettosa dell’umanità.

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