Mindfulness: cura e nutrimento per mente, corpo e anima
Tips for Spiritual Soul
Emanuele, la Mindfulness paragona la nostra mente ad un cielo sempre azzurro, perché anche il temporale più violento prima o poi finisce. Cos’è Mindfulness e cos’è per te la Mindfulness?
Ciao Monica, io credo che la Mindfulness altro non sia che una sorta di attitudine a vivere la vita in modo diverso da come siamo abituati. La Mindfulness si può divedere in una pratica formale ed in una pratica informale. L’aspetto formale altro non è che la pratica meditativa che tutti dovrebbero allenare cercando di portare l’attenzione al respiro, ma anche ad una sensazione oppure un’emozione. Sono molte le tipologie di meditazione ed hanno tutte in comune il saper focalizzare la propria attenzione non tanto su ciò che c’è fuori di noi ma su ciò che invece è dentro di noi. La pratica informale invece altro non sono che una serie di strategie, attitudini, che hanno lo scopo di cambiare il rapporto col mondo esterno, con noi stessi, con le persone, in modo da essere più presenti, meno giudicanti e più propensi ad accettare la realtà delle cose.Come si pratica?
La pratica meditativa è un’abilità che, come ogni abilità, va allenata. Tutti possono meditare ma non sempre è facile partire. Inizialmente, la meditazione, può essere fonte di grande frustrazione proprio perché la mente è portata ad andare altrove, compaiono pensieri e visualizzazioni, ricordi e preoccupazioni che impediscono al praticante di mantenere l’attenzione sul respiro o su una sensazione. Così come la meditazione, anche la pratica informale necessità di molta attenzione e disciplina, non si può pretendere di cambiare il nostro modo di porsi nei confronti del mondo e nei confronti di noi stessi in qualche giorno. Anche in questo caso la disciplina, la motivazione e la forza di volontà sono elementi imprescindibili per promuovere un profondo cambiamento.
Perché è così utile?
Non possiamo certo affermare che chi pratica la Mindfulness vivrà una vita serena e priva di pensieri o frustrazioni. L’utilità della Mindfulness sta proprio nel modo diverso di porsi nei confronti dei problemi della vita, la MiIndfulness insegna a rispondere e non a reagire, la Mindfulness insegna a disattivare il pilota automatico, a lasciar andare le cose, a non rimanere attaccati a situazioni, persone, ambienti che possono rivelarsi tossici. La Mindfulness insegna la pazienza, l’accettazione, il non giudizio, la MiIndfulness insegna a non cercare necessariamente i risultati, ad aver fiducia e soprattutto a porsi nei confronti dei problemi della vita con una visione “allargata”.
A chi la consigli?
Bè, a tutti. Non necessariamente dobbiamo avvicinarsi a questa “disciplina” perché abbiamo dei problemi da risolvere. Le persone di solito cambiano nel momento in cui perdono qualcosa, che sia il lavoro, l’amore, la casa o la salute ma con le spalle al muro il cambiamento è più complicato perché il margine di errore è molto piccolo. Consiglio quindi di avvicinarsi alla Mindfulness a tutti, in questa società, abbiamo necessità di ritrovare maggior serenità e maggior consapevolezza di ciò che accade intorno e dentro di noi.
Alimentazione e Mindfulness: quale connessione?
Connessione fortissima. Oggi le persone neanche sanno più perché mangiano, non riescono a percepire gli effetti del cibo sul loro corpo, mangiano in modo sbagliato ed assolutamente compulsivo, seguendo abitudini alimentari spesso indotte dalla società nella quale viviamo. Il consumatore medio è tempestato di informazioni sul cibo, mangia in modo errato e senza la minima consapevolezza, ha perso il contatto col proprio corpo ed è incapace di ascoltare i messaggi che questo manda. La fragilità, la malattia, l’obesità altro non sono che le conseguenze di un lavaggio del cervello fatto, molto spesso, su consumatori che hanno davvero perso il contatto con il proprio corpo e sono incapaci di ascoltarlo.
Come spiegheresti la Mindfulness ad un bambino?
Ai bambini non va spiegata la Mindfulness, i bambini sono assolutamente connessi col loro mondo interno ed anzi, la differenza principale che esiste fra un adulto ed un bambino nel modo di vivere è che nell’adulto, il mondo esterno è molto più importante del mondo interno mentre nei bambini è l’esatto contrario. Quando i bambini entrano nel fase adolescenziale il loro cervello comincia a lavorare su frequenze diverse, perdono il contatto con il proprio sentire, diventano “più materialisti” ma questo è conseguenza anche dell’esempio che ricevono da noi adulti, sempre preoccupati a rimuginare su ciò che è accaduto e sempre preoccupati di ciò che invece dovrà avvenire. Insegniamo loro l’ansia di stare la mondo, la paura di vivere, la preoccupazione nei confronti del futuro che, piaccia o meno, non può essere programmato.